trans
21 Grosso calibro
di iside59
10.11.2024 |
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"Lei rompe il mio silenzio di venerazione che è calato sulla scena: “Ciao! Che fai non entri? Io mi chiamo Anna Paula, Anaconda per i miei fans, e tu?”
Mai..."
Un giorno come tanti, spaparanzato sul divano, annoiato come non mai, sognavo grossi cazzi che mi entravano nel culo aprendomelo come mai fino ad allora me lo avessero aperto, qualcosa di veramente fuori dal normale che solo una trans di colore avrebbe potuto darmi.È un po’ di tempo che non mi faccio sbattere per bene e penso che sia ora di mettere fine a quella astinenza con qualcosa di veramente importante dal punto di vista delle dimensioni.
La pigrizia si è impadronita di me, devo darmi una scossa, non posso andare avanti così.
Non ho mai pagato per farmi fare il culo, ma ho capito che se voglio prendere qualcosa di eclatante devo visionarlo prima, non posso certo passare in rassegna tutti i cazzi di quelli che vorrebbero fottermi prima di concedermi, ci sarebbe voluto troppo tempo e la voglia pazza di cazzo in culo si stava impadronendo di me.
Vado al computer e mi collego ad un sito di trans di professione, belle foto, grossi cazzi, grandi promesse, speriamo sia tutto vero, mi soffermo su uno degli annunci, corredato di foto rassicuranti su qualità e misura: “Mi trovi in ambiente raffinato e di classe, dove vivo da sola. Guarda le mie bellissime foto, no no, questa gioca troppo con le sue foto in pose idiote, sostanza non se ne vede, passiamo oltre!”
Scorro un po’ di profili, eccone uno che potrebbe veramente interessarmi, una bella morettona, pelle ambrata, sicuramente brasiliana, capelli neri corvini, portati a caschetto alla Valentina, famoso ed intrigante personaggio femminile dei fumetti anni settanta, leggo: “Bellissima transex sensuale e birichina, dal corpo curato, sempre molto disponibile e solare, completissima, dolce, travolgente e ammaliante, con me troverai tutto quello che hai sempre desiderato e cercato, disponibile anche per prime esperienze, saprò metterti a tuo agio”
Ma ecco la parte che attira la mia attenzione: “Hai 25 buoni motivi per incontrarmi, sono esattamente come nelle foto, ti aspetto in ambiente accogliente, riservato e climatizzato, non aspettare, ricevo fino a tarda notte con un preavviso di almeno 15 minuti, chiamami”
Le foto confermano la prorompente dotazione, è quello che sto cercando e preso dall’eccitazione chiamo subito; risponde una voce suadente e con accento sudamericano, ma l’eccitazione mi crolla quando mi sento chiedere 200 euro senza limite alcuno.
Vabbè, rimetto nel sacco i miei sconci desideri, accendo la tv e mi guardo un film.
Passano i giorni e non riesco a dimenticare la vista di quella proboscide scura, mi si è stampata nella testa, comincio a farci un serio pensierino e penso a come racimolare la cifra occorrente per soddisfare la mia curiosità.
Dopo un paio di mesi ho finalmente racimolato la somma occorrente, non aspetto altro che arrivi il fine settimana per vivere questa inedita avventura, un po’ caruccia ma la speranza è che poi ne sia valsa la pena.
Chiamo nel pomeriggio, mi risponde sempre con quella vocina intrigante, mi fissa l’appuntamento per le due di notte, dico che è un po’ tardi, ma mi risponde che fino a quell’ora è impegnata; di solito alle due smette di lavorare, ma visto che sono un nuovo cliente e che sono molto attratto dal suo pisellone, può fare una eccezione, sarei l’ultimo cliente e potrei stare da lei senza problemi di tempo, anche due ore volendo, anzi, se risultassi soddisfatto del trattamento e mi fossi comportato in maniera educata sarei potuto restare anche a dormire.
Accetto, dentro di me faccio i calcoli, questa si fa quasi mille euro sfondando dai quattro ai cinque culi al giorno, una bella fortuna, avessi io un cazzone come quello.
Alle due sono sotto casa sua, sta all’ultimo piano, c’è la luce accesa e vedo la sua ombra nuda chiudere la tenda del terrazzo dopo aver arieggiato il locale, la sua figura è devastante per me, una corporatura con curve da sballo, molto accentuate, già l’ombra stessa tradisce qualcosa di molto ingombrante pendere tra le gambe, mi si drizza l’uccello, non vedo l’ora di salire.
Col cazzo già in tiro, salgo, suono, aspetto .., poi la porta si apre ed ecco comparire davanti a me la venere nera, alta 1,85, capelli neri a caschetto tipo "Valentina", pelle abbastanza scura che con la luce soffusa lo sembra ancora di più, spalle scolpite, gran culo, seni prorompenti, tenuti sollevati da una “Guepière” rosso vivo chiusa sulla schiena con una serie di lacci che la stringono in vita dandogli così le tipiche forme della gran gnocca, una quarta, forse una quinta, rifatte molto bene, calze a rete nere sorrette da reggicalze sempre neri, in mezzo alle gambe un notevole batacchio nero che penzola nel vuoto per buoni quindici centimetri, appoggiato su due coglioni che paiono noci di cocco, il pube completamente depilato e un sorriso smagliante messo in risalto dalla sua perfetta bianca dentatura che nella penombra delle luci soffuse sembra quasi fluorescente.
Rimango estasiato dalla sua visione, resto qualche istante fermo sulla soglia a fissarla con una espressione di ammirazione al limite dell’inebetito.
Lei rompe il mio silenzio di venerazione che è calato sulla scena: “Ciao! Che fai non entri? Io mi chiamo Anna Paula, Anaconda per i miei fans, e tu?”
Mai soprannome sembra tanto azzeccato, stando alle proporzioni del mio cazzo col suo, avrei dovuto presentarmi come “Lumachino per gli amici”.
Sistemiamo la parte contabile, mi fa accomodare in salotto e mi chiede di mettermi comodo, di famigliarizzare con l’ambiente e quando fossi stato finalmente a mio agio, cominciare a togliere gli indumenti superflui, avremmo avuto tutta la notte a disposizione per i nostri giochini perversi.
Mi versa un bicchiere di Whisky che non guasta mai e mi si siede proprio di fronte, mentre sorseggio l’alcol lei comincia a toccare sempre più voluttuosamente i suoi quindici centimetri a riposo, cercando di stimolarne la crescita.
Mi verso un altro bicchierino per farmi coraggio, lei lo scappella completamente mettendo in risalto un glande che pare un enorme fungo porcino; contemporaneamente apre la bocca lasciando uscire la sua lingua camaleontica, se la passa maliziosamente e continuamente sulle labbra rosso fuoco, inumidendole e invitandomi esplicitamente alla suzione.
La bestia sembra già abbondantemente lievitata, sicuramente ancora non al culmine della sua prestanza, ma i venti centimetri sembrano già abbondantemente oltrepassati.
Scivolo gattonando verso di lei pregustando l’abboccamento del suo biscione, sempre più teso e proiettato verso l’alto, sorretto alla base dalla sua mano sapiente che lo sostiene e lo espone completamente scappellato alla mia degustazione, mi rendo conto che l’obbiettivo spasmodicamente desiderato da un paio di mesi sta per essere raggiunto, ormai è ad un passo dalla mia lingua.
In un attimo sono sul pezzo, ho tutta la mazza davanti agli occhi, titillo con la punta della lingua il fragolone, la insinuo sotto la corolla e la circumnavigo tutta intorno alla ricerca del sapore del cazzo, buono, sapido, salato il giusto, mi piace, inghiotto tutto il glande e cerco di scendere il più possibile, ma a metà asta devo desistere perché sento già la cappella in gola toccarmi l’ugola e causarmi un leggero conato di vomito; lo mollo, respiro e ci riprovo, niente da fare, è quasi impossibile andare poco oltre la metà della sua lunghezza, probabilmente quindici centimetri riesco ad inghiottirli ma gli altri dieci proprio non ce la faccio.
Il sapore del cazzo stimola le mie papille gustative, l’odore del cazzo nelle narici mi rende assatanato, il mio pompino è spasmodicamente affannato dalla dimensione della nerchia di Anna Paula, la mia saliva cola su tutta la lunghezza del cazzo ricoprendolo fino al pube per poi sgocciolare a terra.
La mia voglia di cazzo è davvero insaziabile, ma ormai sono rassegnato a non poter divorare completamente quel pezzo di carne, scorro con le labbra fino a dove riesco, godendomi la lunghezza dell’asta per circa tre quarti, questo mi infonde grande soddisfazione e vado avanti quasi dieci minuti a percorrerla su e giù: “Oh! Come mi piace il cazzo! Specie se di dimensioni come questo!”
Anna Paula gradisce molto e mi incita: “Ti piace il cazzo lungo e grosso? Succhia bello! Succhia il cazzo! Succhialo bene! Succhialo tutto!”
Qualche minuto, poi spinge col bacino tutto il cazzo in fondo alla mia gola lanciando un intenso gemito di piacere, contemporaneamente il primo getto denso di sborra mi finisce sull’ugola, deglutisco per evitare l’asfissia, cerco di mollarlo ma il secondo getto abbondante mi riempie la bocca mentre i successivi mi irrorano sul volto.
La guardo col seme che mi sgocciola dagli angoli della bocca, lei mi sorride e con un buffetto sulla guancia mi spinge ad ingoiare tutto, poi con un dito raccoglie lo sperma che ancora avevo sul volto e me lo infila in bocca muovendolo dentro e fuori mimando un cazzo pieno di sborra ed incitandomi a succhiarlo.
È stato un pompino estenuante, ma la preoccupazione che tutto possa essere finito qui non mi soddisfa, 200 euro per fargli una pompa, anche se il cazzo è da collezione, mi sembra un tantino esagerato.
Lei legge la mia espressione preoccupata e mi rassicura indicando col dito il suo pistolone mentre si ammoscia: “Non preoccuparti, abbiamo tutta la notte per ampliare la nostra conoscenza, hai la fortuna di essere l’ultimo cliente e lui tra cinque minuti ritornerà più duro di prima”
Approfitto dell’attimo di pausa per chiedergli di dove fosse originaria, mi dice che è di San Paolo del brasile, ma è quasi vent’anni che è in Italia; venuta da bambina con la madre vedova che l’aveva scoperta prostituirsi sulla strada con più uomini; la madre credette che cambiando ambiente il figlio potesse redimersi ed iniziare un nuovo percorso, ed invece fece una velocissima carriera diventando una vera e propria professionista del sesso a pagamento, una Top Trans.
Penso, ora mi rifilerà la solita storia strappalacrime, ma invece con orgoglio mi riferisce che la sua prima mossa imprenditoriale una volta arrivata in Italia, fu quella di incularsi il padrone di casa alla fine di ogni mese in cambio dei soldi dell’affitto; al locatario pederasta non parve vero di avere a disposizione periodicamente una tal mazza, la cosa convinse anche la madre, che ovviamente non navigando nell’oro, finì per accettare la situazione lasciando carta bianca alle imprenditoriali del figlio per avere una vita più dignitosa.
Intanto che racconta il tutto, passeggia su e giù, col batacchio a penzoloni; a un certo punto si ferma e mi fa cenno di avvicinarmi, mi alzo e la raggiungo, quando la raggiungo mi ordina di fargli un altro pompino, io sono praticamente ancora vestito, mi inginocchio e comincio a leccarglielo inghiottendo la cappella.
Lei approva:” Si! Mi piace dai! A te piace?”
Gli rispondo affermativamente e lei:” Sii! Mi piace dai! Mi piace! Succhiami il cazzo! Dai! Succhiami il cazzo!
Ti piace? Si? Te lo faccio mangiare!”
Annuisco, nel frattempo la bestia è tornato oltre i venti centimetri; lei mi prende a sberle mentre ho il cazzo in bocca, io però non lo mollo e lei insiste:” Tutto! Fino in fondo!”
Rischio di soffocare ma lei, che nel frattempo è diventata più autoritaria e loquace:” Si! Dai! Buono! Gustoso! Sii! Dai! Succhiami! Fino in fondo!”
Non è un’impresa facile per me, ho un urto di vomito, lei mi ordina:” Mi piace meglio! Vai la!”
Mi indica il divano, obbedisco, mi appoggio allo schienale, lei sale coi piedi sul divano e me lo infila dritto in gola:” Fammi un pompino bello! Si è così che mi piace! Sii! Dai! Succhiami! Che bello! Dai! Succhiami il cazzo! Dai! Prendi tutto il mio cazzo nella tua bocca! Prendi! Tutto in bocca dai! Succhiami amore! Fammi un pompino bello! È così che mi piace! Dai!
Me lo spinge tutto in bocca, la bava cola da tutte le parti, non so come faccio a resistere ma sono talmente infoiato che mi slaccio i pantaloni, tiro fuori il pisello e comincio a masturbarmi mentre lei mi scopa vigorosamente in gola immergendo completamente i suoi venticinque centimetri, tanto che pare mi arrivi fino allo stomaco.
Lei approva: “Sii amore! Fai una sega! Dai!”
Lei gode: “Sii! Dai! Così mi piace! Così mi piace di più!”
Poi lo estrae e me lo sbatte sulla faccia più volte incitandomi a leccare il cazzo, lo rimette dentro e mi scopa furiosamente ancora in bocca, poi lo ritoglie e mi porge i coglioni da succhiare, poi ancora in bocca continuando a parlare:” Ti piace il mio cazzo? Dopo te lo metto tutto in culo! Lo vuoi tutto nel culo? Lo vuoi?
Annuisco con la testa malgrado il cazzo in bocca mi limita il movimento, lei continua a muovere vigorosamente il cazzo tra le mie labbra urlando: “Adesso scopo tua bocca! Scopo tua bocca! Poi scopo tuo culo!”
E così dicendo riprende il ritmico movimento del bacino andando dentro e fuori dalla mia bocca. Poi si ferma e scende giù a succhiare il mio di cazzo, lo ingoia tutto toccando con il naso i miei peli pubici; lo lascia più volte, lo guarda e lo riingoia senza apparente sforzo.
Poi mi mostra il suo pezzo di carne dicendomi che è molto eccitata e mi fa segno di riprenderlo in bocca, mi accuccio tra le sue gambe e riprendo a succhiarlo.
Ora è diventata più dolce e mi gratifica:” Sii! Tesoro! Dai! Sii! Amore! Bravo!”
Ad un certo punto mi solleva la testa dal cazzo e mi dice:” Spogliati dai! Togliti tutto! Mettiti nudo! Dai su! Muoviti! Dai!”
Mi tolgo tutto velocemente e mi metto a cagnolino sul divano, in un lampo lei mi lubrifica il buco con un gel apposito e si srotola il preservativo su tutta la lunghezza del cazzo.
Mi inserisce un dito, poi due, poi tre, ruotando il polso e spingendo delicatamente, così da valutare se l’apertura possa ospitare senza forzature il suo grosso calibro.
Mi da una serie di schiaffetti sulle natiche, non che per punirmi di qualcosa ma per cercare di rilassare la muscolatura attorno allo sfintere; si vede che è una che sa il fatto suo, una professionista che di culi deve averne spanati ormai a centinaia.
Me lo struscia su e giù sul buco tenendolo alla base con una mano, poi in maniera decisa punta la cappella sul foro, sempre aiutandosi con una mano a causa della sua smisurata lunghezza, comincia a spingere, non posso trattenere un lieve lamento, più che di dolore, di soddisfazione pacata dopo l’estenuante attesa dell'inizio imminente della penetrazione.
Scivola dentro tutto e subito, senza apparenti traumi, come se le sue dimensioni fossero una normalità per il mio pertugio, sicuramente merito della sua accurata preparazione.
Mentre mugolo di piacere, la mia mente perde il contatto con la realtà in preda alla foia; lei mi sussurra dolcemente:” Che bel culo che hai! Ti scopo! Sii! Bel culo! Stai godendo? Ti scopo! Sii! Nel culo! Scopo il tuo culo adesso! Si amore! Ti piace? Ti piace il mio cazzo nel culo? Si? Prendi il mio cazzo nel culo, prendilo!
Poi lo sfila, mi allarga le chiappe con le mani: “Culo belo! Guarda che culo che hai! Guarda che culo belo che hai!
Lo sfila e lo riaffonda tutto più volte:” Così! Ti scopo tutto! Sii! Bello! Tutto così! Così! Così!”
E ad ogni “Così” affonda ritmicamente ma lentamente, i suoi venticinque centimetri di cazzo nel mio culo per tutta la sua lunghezza, andando a sbattere coi suoi coglioni contro i mei.
Batte sempre un’inculata lenta con un ampio movimento di bacino per uscire il più possibile, per poi affondare con veemenza portandomi al settimo cielo.
Da buon schiavetto del cazzo la incoraggio a spanarmi sempre di più:” Così! Mi piace così! Si! Si!”
Lo sfila ancora e me lo sbatte più volte sulle chiappe per farmene sentire la consistenza, mi allarga le chiappe con le mani: “Culo belo! Guarda che culo che hai! Guarda che culo belo che hai!
Guaisco, mi sento una cagna in balia della sua padrona, poi dopo qualche minuto comincia a battere un’inculata più veloce, si appoggia con le mani sulle mie reni sollevando il bacino e dando libero sfogo alla sua immensa verga con colpi poderosi e bene assestati, facendomi guaire dal piacere e continuando a parlarmi passandosi la lingua tra le labbra in preda alla lussuria, si approssima alla probabile imminente sborrata.
Sento a pieno la sua mazza farmi a pezzi il culo, come un pistone dentro al cilindro in un motore ben oliato, venticinque centimetri di carne cruda mi squassano il culo, un martello pneumatico.
Si ferma, mi gira a pancia in su come un fuscello, si mette le mie gambe sule spalle e con tutto il peso del corpo irrompe con un sol colpo nuovamente nei miei intestini, i quali ormai si sono adattati all’enorme intruso, mi sento gioiosamente aperto in due.
Comincio a latrare sotto ogni colpo vibrato da Anna Paula, che dopo essere uscita completamente riaffonda il suo randello, ripetendo più volte l’operazione di penetrazione totale e profonda: “Si amore! Che belo culo! Ti scopo! Scopo tuo culo!
Io da vera troia in calore la incito:” Dai! Dai! Dai! Scopami il culo! Che cazzo stupendo che hai! Fottimi! Fottimi!”
E così per un’altra decina di minuti:” Ahi! Che belo culo! Scopo tuo culo! Sii! Apri tuo culo! Che belo culo! Voglio scopare culo così!”
Poi mi fa cenno di alzarmi in piedi e si mette seduta sul divano cominciando a succhiare il mio cazzo mentre con una mano si sega il suo.
Io non ce la faccio più, lo tolgo dalla sua bocca e comincio a masturbarmi furiosamente mentre lei continua a parlare: “Mi piace! Sborrami tuto! Voglio tua sbora! Sii! Tua sbora!
E così dicendo si mette con la bocca sotto al mio cazzo in attesa della mia venuta, così gli riempio tutta la bocca, la sborra gli fuoriesce dalle labbra sgocciolando fin sopra le tette, lei mi riprende tra le labbra il cazzo succhiandolo e prosciugandolo dei residui di sborra rimasti, nel frattempo lei si toglie il preservativo e continua a segarsi sempre più velocemente fino a schizzare una quantità incredibile di sperma ad almeno un metro e mezzo di altezza, sperma che poi gli ricade copioso sull’addome.
Mi prende la testa e la guida sul cazzo umidiccio e ormai rilassato a ripulire la sua lattiginosa eiaculazione, struscia il mio viso sugli addominali luridi impastandomi la faccia, mi spinge ad ingoiare lo sperma finito sull’addome e a ripulirgli la cappella, gratificandomi:” Che bela sborrata! Wow! Molto buono! Gustoso!”
Stiamo una mezzoretta a rilassarci sul divano fianco a fianco.
Le mi guarda, sorride mettendo in mostra la sua smagliante bianca dentatura mentre con la mano ricomincia a stuzzicarselo per farlo tornare in erezione chiedendomi con malizia:” Lo vuoi ancora in culo?”
Annuisco timidamente con un gesto della testa e nel giro di pochi minuti mi ritrovo carponi sul pavimento con lei che mi cavalca furiosamente appoggiandosi con le mani sui miei reni e menando dei gran colpi di bacino da spaccarmi letteralmente in due, mi fanno sentire usato come una oggetto; penso che ormai il buco del mio culo sarà diventato una galleria attraverso il quale potrebbe transitarci addirittura un treno, almeno questa è l’impressione che mi prende sentendola menare certi colpi.
Si, è indubbio che quest’ultima cavalcata è solo per scaricarsi un’altra volta le palle a mie spese, quasi fossi io la puttana pagata per soddisfare le sue voglie.
Mi sussurra all’orecchio mentre mi sbatte:” Che belo culo che hai! Culo caldo! Belo culo!
Non parla più ma la sento accelerare il ritmo, mugola, ansima, corre avanti e indietro stantuffandomi il pertugio, quasi fosse un perfetto meccanismo idraulico, la sensazione di impotenza e sottomissione è straordinaria, sentirsi come una vacca montata da un toro infoiato è stupendo, molto appagante.
Ansima sempre più affannosamente, grugnisce come un porco, poi la fiumana di sborra mi corre calda nelle viscere, segno inequivocabile della fine della monta animale e di essere stato giustamente punito ed umiliato dalla mia padrona; solo alla fine mi rendo conto che tutto è avvenuto senza l’uso del preservativo, forse per questo è stato ancora più bello e coinvolgente, sentire con le labbra del culetto tutte le forme di quel cazzo è stato sicuramente più appagante, speriamo che dio ce la mandi buona e non debba rimpiangere tutto ciò.
Tornando a casa in auto quando già le prime luci dell’alba si manifestano, penso che alla fine i duecento euro sono stati spesi bene, lei era un vero toro e di più non potevo pretendere, io sono soddisfatto, il mio culo ancora di più; mentre guido sento il mio forellino più largo di almeno di un paio di centimetri, ma tant’è, questo era quello che andavo cercando, no?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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